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Succede solo a Bologna APS | I record di Bologna
Dalla scienza, alla storia, dai diritti umani alla cultura: tanti sono i primati che accompagnano Bologna e la rendono, appunto, una città da record. Eccone cinque!
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Dalla scienza, alla storia, dai diritti umani alla cultura: tanti sono i primati che accompagnano Bologna e la rendono, appunto, una città da record. Eccone cinque!

La Meridiana di Gian Domenico Cassini

La si incontra passeggiando all’interno della Basilica di San Petronio e nella sua semplice fattezza nasconde un enorme record: è la meridiana più lunga del mondo. Stiamo parlando, appunto, della meridiana realizzata nel XVII secolo da Gian Domenico Cassini in San Petronio.

Con i suoi 67 metri di lunghezza, la meridiana traccia una linea trasversale sul pavimento della chiesa ed è il simbolo del grande aggiornamento della scienza a Bologna. Cassini, professore di Astronomia all’Università, nel realizzarla partì dall’idea che il moto dei pianeti dipendeva da quello del sole e che quindi per studiare le orbite planetarie bisognava prima studiare quella solare. Pensò alla Basilica perché era l’ambiente più vasto in cui poter realizzare il suo lavoro, inoltre, lì era già presente una meridiana, costruita nel secolo precedente da Egnazio Danti.

Cassini tracciò una linea facendo entrare i raggi solari dal tetto nella quarta volta vicino alla parete laterale, dove venne dipinta, attorno al foro, l’immagine di un sole d’oro su sfondo turchino. Sulla linea fu poi posto un lastricato di marmo. Con questo nuovo strumento, Cassini dimostrò che il sole ha due tipi di moto, uno reale e uno apparente, ma che entrambi hanno lo stesso valore assoluto.


Il Portico di San Luca

Un’opera imponente, che da via Saragozza conduce fino al Santuario della Beata Vergine di San Luca. Risale alla seconda metà del XVII secolo e con i suoi 3,796 metri è il portico più lungo del mondo. Bologna e i portici, si sa, hanno un legame ben più lungo, ma questo portico è entrato da sempre nel cuore di tutti i bolognesi.

La sua costruzione risale appunto alla metà del 1600 e si rese necessaria perché i devoti che salivano verso San Luca erano sempre più numerosi e anche la processione che portava l’icona della Vergine in città aveva bisogno di una copertura per facilitarne la discesa e la salita dal Colle della Guardia. Il portico si divide tra tratto di pianura e tratto collinare. In appena due anni vennero edificati circa 300 archi che vanno da Porta Saragozza alla base del colle. I lavori proseguirono fino al raggiungimento dell’ultimo dei quindici Misteri del Rosario, collocati nel tratto collinare. L’arco del Meloncello, punto di raccordo tra i due tratti, venne realizzato successivamente, nel 1732 dall’architetto Carlo Francesco Dotti. Caratteristiche famose del portico sono gli archi, che si susseguono per tutti i 3,796 metri: attenzione, sono in totale 658 e non 666 come spesso si sente dire.

Tanti sono i bolognesi (e non solo) che per devozione o per fare una passeggiata tentano la salita al Santuario attraverso il suo celebre portico!


L’Università

Sotto le Due Torri nacque inoltre la prima università del mondo occidentale. L’origine dell’Università a Bologna viene fatta risalire al 1088. Oltre novecento anni dopo lo “Studio bolognese” è ancora esistente, tanto da aver fatto guadagnare a Bologna il titolo di “Dotta”, appellativo che insieme “Rossa” e “Grassa” caratterizza tuttora la città. Ai tempi dell’origine dell’Università e nei secoli successivi furono davvero numerosi gli studiosi e gli intellettuali che arrivarono in città per studiare o insegnare. Tra questi, solo per citarne alcuni, ci furono Ulisse Aldrovandi, Giosuè Carducci e Laura Bassi, fino – per arrivare ai giorni nostri – a Umberto Eco.

L’origine dell’Università di Bologna vede come luogo centrale l’Archiginnasio, costruito tra il 1562 e il 1563 per volere del Legato pontificio di Bologna, cardinale Carlo Borromeo e del Vicelegato Pier Donato Cesi. Era infatti il suo palazzo a ospitarne inizialmente la sede. Nei secoli le facoltà e i corsi di laurea dell’Università hanno poi visto sedi e addirittura città differenti, ma il legame con la città di Bologna è sempre ben saldo.


Liber Paradisus

Tra i record che può vantare Bologna ce ne è uno che riguarda i diritti. La città fu infatti la prima al mondo ad abolire la schiavitù. C’è un testo che è diventato il simbolo di questa conquista: il Liber Paradisus. Il 25 agosto 1256 il Podestà e il Capitano del Popolo firmarono un decreto che sanciva l’abolizione della servitù della gleba. L’atto diventò poi operativo il 3 giugno 1257 dopo lunghe trattative.

Il testo di riferimento è appunto il Liber Paradisus, codice redatto da Rolandino de’ Passeggeri e altri importanti notai che interpretava la libertà come condizione di diritto dell’uomo. Il Comune pagò per indennizzare i proprietari di quasi 6.000 servi. I servi della gleba, infatti, erano legati indissolubilmente alla piccola porzione di terra che non potevano abbandonare senza il permesso del padrone, il quale era di fatto il proprietario delle loro esistenze. Potevano essere venduti, insieme alla terra alla quale erano legati. Nel documento, che prende il nome “Paradiso” dalla prima parola scritta nel testo, “Paradisum”, vengono citati princìpi ancora attualissimi come “spezzare le catene della servitù”, “restituire alla libertà originaria uomini che da principio la natura generò liberi” e “nella nostra città possano vivere solo uomini liberi”. Il libro oggi è conservato nell’Archivio di Stato.


Laura Bassi

Un record della città riguarda anche una rilevante personalità bolognese: Laura Bassi.

Nata il 29 ottobre 1711 a Bologna, fu infatti lei una delle prime donne laureata d’Italia, nonché la prima donna al mondo a ottenere una cattedra universitaria. Laura Bassi si laureò in filosofia, nel 1732, all’Università di Bologna e nello stesso anno, il 17 dicembre, tenne una solenne prima lezione nel teatro anatomico dell’Archiginnasio. La fisica e accademica bolognese ebbe molti estimatori e sostenitori, tra cui il Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, che, diventato Papa Benedetto XIV, nel 1745 la nominò accademica benedettina istituendo per lei un venticinquesimo posto, non previsto in origine. Solo dopo essersi guadagnata una discreta stima grazie alle sue ricerche e alla sua attività didattica, Laura Bassi ottenne la cattedra di fisica sperimentale nell’Istituto delle Scienze.

Un record e una storia che la rendono una delle più importanti personalità di Bologna. A lei è anche dedicato un cratere su Venere e un asteroide.


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